CONCERTO
Il combattimento di Tancredi e Clorinda
di Claudio Monteverdi
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Venezia, Museo di Palazzo Mocenigo
Pòrtego al primo piano
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Domenica 1 maggio 2016
Ore 18.30
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Ingresso su invito fino a esaurimento dei posti disponibili.
Il Conservatorio “Benedetto Marcello” di Venezia – Dipartimento di Musica Antica di Venezia, in collaborazione con la Fondazione Musei Civici di Venezia, presenta domenica 1 maggio, alle ore 18.30, un evento straordinario concepito per il museo di Palazzo Mocenigo.
Nel sontuoso scenario del pòrtego al primo piano del palazzo veneziano verrà eseguito Il Combattimento di Tancredi e Clorinda, uno dei maggiori capolavori di Claudio Monteverdi, composto per un illustre esponente della nobile famiglia di San Stae – Girolamo Mocenigo – e proprio qui rappresentato nel 1624.
Il progetto è coordinato e diretto dal M° Davide Amodio. L’azione sarà illustrata da due danzatori su coreografie di Laura Sgaragli. Il testo dell’opera, commissionata per il carnevale veneziano e concepita per tre voci e strumenti – un clavicembalo, quattro viole da braccio e un violone – è tratto in parte dalla Gerusalemme Liberata e in parte dalla Gerusalemme Conquistata, due poemi di Torquato Tasso (1544 – 1595) sulla storia della Prima Crociata.
Il narratore (il Testo) riferisce del combattimento di Tancredi, primo cavaliere dei cristiani, contro Clorinda, una donna-guerriera musulmana di cui lui è innamorato, travestita da soldato. Tancredi, dopo un aspro duello uccide la donna trafiggendola con la sua spada. Nel suo ultimo respiro Clorinda esprime la sua nuova fede nel Cristianesimo e perdona il suo avversario.
L’aspetto drammatico e teatrale del madrigale è particolarmente innovativo per l’epoca: le indicazioni sceniche, del compositore stesso, indicano l’alternanza dei momenti amorosi e guerrieri (ovvero molli e concitati) e la musica segue precisamente questa alternanza.
Un ulteriore elemento da segnalare è che in questa opera compaiono, nelle parti degli strumenti ad arco, l’uso del pizzicato e del tremolo, due effetti assolutamente nuovi per l’epoca.