TRAMALOGIE
Donazione Anna Moro-Lin
Dal 2 febbraio al 1 ottobre 2023
Venezia, Museo di Palazzo Mocenigo
A cura di Chiara Squarcina
Dal 2 febbraio all’1 ottobre 2023, il Museo di Palazzo Mocenigo – Centro Studi di Storia del Tessuto, del Costume e del Profumo, propone Tramalogie. Donazione di Anna Moro-Lin, mostra a cura di Chiara Squarcina, promossa dal Comune di Venezia – Fondazione Musei Civici di Venezia, a poco più di due anni dalla scomparsa dell’artista.
L’esposizione, costituita da un nucleo di 20 opere donate alla Città di Venezia da Anna Moro-Lin nel giugno 2020, darà l’opportunità di conoscere un capitolo importante della Fiber Art e coglierne gli sviluppi attraverso le cifre caratteristiche di quest’artista lidense proveniente da un’antica famiglia veneziana, che ha supportato e valorizzato da sempre quest’arte tessile sviluppatasi a partire dal ventesimo secolo e che si rifà all’arazzeria.
L’entità creativa di Anna Moro-Lin permette di cogliere il valore assoluto nei confronti del tessile che, proprio grazie alla Fiber Art, viene sdoganato e assurge a materiale duttile per espressioni artistiche originali. Questo è un punto fermo che riconosce anche la volontà del Museo di Palazzo Mocenigo di proseguire come Centro Studi.
Infatti, le opere donate consentono delle letture trasversali rispetto alle altre collezioni di Fiber Art conservate sempre a Palazzo Mocenigo. Non possiamo altresì dimenticare che le principali esponenti di questa corrente artistica nascono e si sviluppano in ambito lagunare contaminando poi realtà nazionali e internazionali.
Da questa monografica si potrà approfondire, non solo la cifra creativa dell’artista ma anche la sua evoluzione intesa come superamento dei limiti che circoscrivevano l’espressività legata alla Fiber Art. Oggi queste opere sono un tassello determinante per la comprensione della mappatura generale dei linguaggi che sentono sempre più pressante la necessità di incrociarsi e interagire con il reale e un’ardita e quanto mai possibilistica visionarietà.
Con Anna Moro-Lin la tradizione non viene negata bensì assimilata e superata per tradurre riflessioni e introspezioni psicologiche ancorate al sentire contemporaneo, al disagio, alla solitudine, alla ricerca di un riconoscimento dell’ “io” che non si ritrova più ma che può, in qualche modo, intrecciarsi con la fibra materiale per ricostruirsi un’identità credibile e veritiera.