Da questa sala si avvia la sezione dedicata a un meno conosciuto ma assai peculiare e intrigante aspetto del costume veneziano, quello legato alla storia del profumo.
Accompagna il visitatore il video che suggestivamente ne narra le vicende sin dal Medioevo, i segreti di produzione, i capricci dei committenti e l’evolversi del gusto, ben sottolineando quanto fondamentale fu per quest’arte l’apporto di Venezia.
L’apogeo di questa narrazione si raggiunse nel Cinquecento, quando il profumo divenne sovrano e tra gli articoli più pittoreschi si potevano trovare i paternostri, indicanti rosari dai grani in pasta profumata; i moscardini, pasticche odorose per contrastare l’alito cattivo; gli uccelletti di Cipro, ovvero fragranti impasti, forse a forma di volatili, da bruciare; i lisci e le manteche, sotto cui ricadevano vari preparati cosmetici; l’acqua nanfa quale distillato di fiori d’arancio e le bionde, soluzioni per imbiondire le chiome delle veneziane.
Celebri furono anche i guanti in pelle trattata per camuffare l’odore sgradevole della concia, sebbene sia ricordata, come specialità tutta italiana, anche una loro subdola versione intrisa di veleno.