La sala è dedicata alle materie prime impiegate nella produzione di profumi, la maggior parte delle quali risultano già citate negli antichi ricettari rinascimentali.
Costosi e ricercati, i profumi necessitavano di materie prime rare ed esotiche, di origine vegetale come il benzoino o la cannella, o animale come lo zibetto e il castoreo.
Alcune erano particolarmente rare, come il muschio, o moscado, una secrezione tratta da un sacchetto peloso posizionato vicino all’ombelico degli esemplari maschi del moschus moschiferus, mammifero appartenente alla famiglia dei cervidi, oppure l’ambra grigia, o ambracan, ottenuta dalle concrezioni intestinali del capodoglio e di altri cetacei.
Nelle due vetrine, su un lato è esposta una selezione di antichi vetri veneziani; sull’altro, tra materie vegetali essiccate, spuntano i Secreti nobilissimi dell’arte profumatoria, nella ristampa bolognese del 1672 dell’opera del Rossetti, e i Secreti del reverendo don Alessio piemontese, riedizione veneziana del 1783, assai dopo la prima edizione del 1555, entrambi appartenenti alla Collezione Vidal.
I dipinti a parete, tutti di piccolo formato, rappresentano tematiche care al repertorio, di carattere aneddotico e confidenziale, caratteristico del celebre pittore veneziano Pietro Longhi. Alcuni di essi sono esplicite repliche settecentesche, mentre altri sono affrontati con una resa pittorica più autonoma.